Prova Quarzi di G3UUR

Nella mia lotta con i quarzi cinesi (da evitare a tutti i costi) mi sono posto una domanda: ma come misurare in modo preciso la frequenza di risonanza in modo da selezionare quarzi con un spread di frequenze +/- 3 Hz? Sono 3 hertz su 9 milioni! E per fortuna che a noi non serve una misura assoluta ma relativa (ovvero i singoli quarzi devono essere molto vicini tra di loro, ma possono anche deviare da una frequenza preceisa).

Prima ho provato con le vie semplici: la misura automatica del NanoVNA. Facile, immediato ma? Ci si può fidare?
Qualcosa non mi tornava: la misura della frequenza di risonanza non era riproducibile e non sembrava fin troppo stabile alla temperatura. Pensandoci bene… Il NanoVNA misura dai 100 ai 400 punti, ed il range di frequenza della scansione deve essere almeno sufficientemente grande da poter ricomprendere sia la Frequenza di Risonanza Serie che la Frequenza di Risonanza Parallelo… Quindi parliamo di qualche decina di Khz.

Insomma qualcosa non torna.

Sono passato quindi ai “metodi tradizionali”, ho costruito un oscillatore / buffer di Colpits:


Noto anche come “Prova Cristalli di G3UUR”

E qui le cose sono cambiate immediatamente!!!

Utilizzando il frequenzimetro del mio generatore RF (teoricamente lo strumento più stabile che ho a diposizione, in termini di frequenza) posso vedere subito la frequenza di risonanza serie e parallelo.
Ovviamente qui le cose sono cambiate immediatamente:

  1. L’oscillatore ha bisogno di un certo periodo prima di trovare l’equilibrio;
  2. La “deriva termica” della frequenza è notevole! Mai toccare il quarzo con le dita: vorrebbe dire dover aspettare una decina di minuti abbondanti prima di avere una misura stabile. Usare sempre le pinzette, quindi.
  3. Per lo stesso motivo lasciare qualche ora quarzi e oscillatore nel tavolo, a stabilizzare la temperatura.
  4. Cassa del quarzo a massa / non a massa cambia. Molto.

Risultato? I miei ultimi 10 quarzi non cinesi sono ottimi quarzi, con Q di 120.000 e con frequenza all’interno delle specifiche del costruttore, quindi ± 10 ppm. Il che nell’atto pratico significa che di 14 euro di quarzi ne posso usare al massimo due.

Insomma… Questo filtro IF è sul banco da quasi un anno e ancora non se esce.

Che fare? Due passi:

  1. Altri quarzi :slight_smile:
  2. Provare a “tirare” in frequenza 5 di quelli buoni. Non è facile calcolare le capacità necessarie, ma posso provare.

pensavo che se tu avessi due prova quarzi identici, facendo battere fra loro le due frequenze potresti misurare il loro battimento con l’oscilloscopio, settandolo con lo sweeep lento.
Il secondo prova quarzi potresti poi venderlo.

Ciao Roberto, apprezzo tantissimo la tua generazione che doveva arrangiarsi con quello che aveva a disposizione.

Anche usando l’oscilloscopio noi non contiamo più le divisioni, lo strumento ci dice già tutto. Avere in laboratorio un frequenzimetri stabile (e magari con precisione quasi assoluta, disciplinato da un GPS) è alla portata di tutti.

Però proprio per spirito didattico provo delle misure come avresti fatto tu.