Altro che un semplice Accordatore di stazione …

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(ovvero districarsi nel marasma dei quaranta metri)

Ripropongo un mio articolo apparso su RadioRivista 02/1999 (Ricezione DX nel QRM dei 40 e 80 metri) perché ritengo questo semplice dispositivo oltremodo utile per migliorare la ricezione sulle gamme HF basse. Non prometto miracoli, ma un netto miglioramento si, se non altro per il fatto di poter scegliere antenne diverse in ricezione, antenne le più volte inadatte per la trasmissione, oltre al

fatto di ridurre sensibilmente fenomeni di intermodulazione e saturazioni varie dovute a segnali forti fuori gamma. A nulla serve, invece, in presenza di locali particolarmente intensi. Ai miracoli non ci sono ancora arrivato.

In un mio precedente articolo apparso su RR 11/1996, con errata corrige il 5/1997, dal titolo “Commutatore Elettronico RX-TX di antenna”, proponevo un circuito capace di selezionare in ricezione antenne diverse da quelle usate in trasmissione, il tutto in maniera automatica.

Questo circuito sopperiva al problema che il mio apparato HF, un vecchio NOVEL NE820, ha un solo connettore di antenna in considerazione del fatto che non sempre un antenna migliore in trasmissione sia altrettanto “pulita” come noise in ricezione.

Ne sono esempio antenne a telaio o loop magnetiche schermate che possono in pratica essere usate solo per ricevere.

Se si hanno due distinte vie previste dall’apparato, allora occorre fare in modo che il segnale RF generato dall’apparato metta in funzione un circuito del tipo VOX a RF che permetta questo scambio di antenne fra trasmissione e ricezione.

Nell’articolo evidenziavo che questo era molto utile nei collegamenti in RTTY, quando l’antenna che dava migliori risultati al corrispondente introduceva però al mio apparato un noise talmente forte che con l’S-Meter fisso a S9 non permetteva alcuna ricezione.

Allora sceglievo, sempre tramite questo commutatore, un’antenna magari tagliata per i 15 metri che però non introduceva un noise così elevato.

In queste condizioni la ricezione, malgrado l’S-Meter indicasse un valore di diversi punti più basso, risultava possibile.

Il fatto che con l’antenna “lunga” l’indicazione dell’ S-Meter fosse fissa ed il rumore ascoltato fosse altrettanto costante, senza alcuna modulazione né variazione al variare della sintonia dell’apparato, faceva pensare ad una saturazione dell’apparato o quantomeno l’ingresso di segnali non presenti in quella banda. Era necessario effettuare un drastico taglio dei segnali indesiderati, dato che la scarsa selettività di ingresso dell’apparato rendeva precario l’ascolto.

Ricordavo diversi articoli apparsi in proposito su RR di preselettori costruiti con bobine più o meno grandi, accoppiate più o meno lascamente, e tutti considerati dagli autori come il vero toccasana in queste situazioni. In particolare nell’ultimo periodo RR propone molte analisi, soluzioni e realizzazioni da parte di colleghi in articoli interessanti e molto ben curati.

L’ultimo articolo, a cura di I4SBX, su RR 04/98 mostra cosa esce da una W3DZZ da 0 a 20 MHz. Come può fare un povero ricevitore a lavorare correttamente ?

Non è mia intenzione riproporre un semplice accordatore, perché sarebbe troppo scontato, bensì il circuito che ne permette l’uso sugli apparati che non possiedono due diverse vie di collegamento all’antenna, separate, per la ricezione e la trasmissione.

Il preselettore, passivo, che invece descriverò è costituito da due bobine del diametro 30 mm con 27 spire di filo smaltato da 1 mm. avvolte serrate. Le due bobine, con i loro assi paralleli, sono affiancate e sono poste ad appena 5 mm. di distanza una dall’altra. In questo modo l’accoppiamento è sufficientemente stretto da non determinare una perdita apprezzabile di segnale, ma mantenendo ancora un’ottima selettività.

La sintonia è effettuata mediante un condensatore variabile residuato di vecchi ricevitori a valvole, da 2 x 400 pF, e che permette l’accordo in 40 metri con il rotore qua i totalmente aperto, mentre per gli 80 metri è quasi tutto chiuso. Non è necessario alcun ritocco in entrambe le gamme; per tale ragione, se lo si desidera, il condensatore variabile potrebbe essere sostituito da capacità semifisse. L’ingresso e l’uscita sono collegati in parallelo ai condensatori da 1000 pF e che costituiscono i due punti a bassa impedenza dei due circuiti risonanti accoppiati fra loro.

Un deviatore a doppio scambio permette l’esclusione del preselettore nelle gamme alte, dove i circuiti risonanti non accordano e dove il problema del noise descritto all’inizio non si manifesta, o comunque è molto meno apprezzabile.

Il circuito è veramente banale, ma è allo stesso tempo molto funzionale.

Il pre-selettore è alloggiato, nel mio caso, separatamente in una scatola da interno per impianti elettrici di dimensioni 10 X 10 X 6 cm. (GEWISS GW44 204 IP56), reperibile presso qualsiasi negozio di elettro forniture.

Questo pre-selettore è inserito nel “ramo ricezione” dell RF Switch tramite due cavi coassiali che lo impiegano durante la ricezione. Il relè K2 è alloggiato nella suddetta scatola ed è eccitato tramite un cavetto che collega la bobina del relè al circuito di comando contenuto nella scatola dell’accordatore.

Il mio articolo dell’11/96 comprendeva anche l’accordatore a P-greco che oggi non ripropongo in quanto l’ho sostituito da uno a configurazione a “T”, molto ma molto più efficace e selettiva ma che non sto a dettagliare in quanto il dimensionamento elettrico dei tre suoi componenti dipende da cosa si ha o che si riesce a trovare sul mercato. A tal proposito suggerisco l’utilizzo quasi indispensabile del tool “Radioutilitario” che si trova in rete.

In questa immagine, sulla destra si nota un tubo, in verticale: si tratta di un classico Accoppiatore Direzionale che io utilizzo come ROSmetro di avvicinamento all’accordo, quando non dispongo di un ROSmetro esterno.

Non sto ora a descriverlo, in caso ve lo proporrò se ci fossero richieste in merito. In linea di massima è questo.

Ora vi mostro lo schema elettrico del super-accordatore, completo e attuale.

Mi rendo conto che il circuito dell’RF Switch è molto, troppo complicato ma è come lo concepii un trentennio fa e, visto che funziona egregiamente e che è in grado di funzionare sia con i pochi watt dell’817 fino ai 100 watt del mio vetusto apparato HF, non ho mai ritenuto necessario disfarlo.

In molte altre occasioni, quando mi si è resa necessaria l’introduzione di uno switch che funzionasse con la RF degli apparati, ho adottato soluzioni molto più semplici ed altrettanto efficaci, (es. descritto nel GEKO Magazine n°46) come quella che ho aggiunto all’interno del mio Noise Eliminator (X-Phase) che magari proporrò in un prossimo numero di questo Bollettino.

Segnalo giusto un qualcosa che nello schema potrebbe sembrare inopportuno e forse poco comprensibile, ovvero la presenza di quella resistenza da 5,1 ohm (*) sul ramo RX, lato ingresso apparato.

Essa permette l’utilizzo del commutatore elettronico anche in QRP.: con potenze dell’ordine dei watt quando, se mancasse tale resistore, il condensatore da 1000 del circuito risonante lato apparato, con il K1 ancora a riposo al momento in cui si inizia ad applicare la RF, esso cortocircuiterebbe praticamente la RF a massa, impedendone il raddrizzamento e di conseguenza il funzionamento della commutazione elettronica.

Lasciando spenta questa semplice apparecchiatura e disinserendo il preselettore tramite il deviatore di by-pass S, essa funziona come un semplice commutatore di antenna, sempre con l’accortezza di utilizzarla con potenze ragionevoli, dato che si transita attraverso due contatti di relè a riposo.

Nato inizialmente per facilitarmi la vita nei tanti Contest Italiani 40/80 metri ai quali ho partecipato in RTTY, oggi lo uso assai spesso e con grande soddisfazione nelle mie frequenti “cacce” agli attivatori dei nostri Diplomi, quando i loro segnalini mi giungono in stazione oltre che molto flebili, sommersi dal noise della città.

A tal proposito, nello schema non è riportata la presenza dell’X-Phase interposto fra Accordatore e RTX la cui descrizione è sufficientemente riportata nella relativa discussione sul nostro Forum ( https://mountainqrp.forumfree.it/?t=72230636 ).

Ecco nel loro insieme gli ausili che io uso oggi, per districarmi nell’ascolto e conseguente QSO con gli “Attivatori” dei nostri Diplomi, in HF.

Dal basso a sinistra in senso orario: il Filtro Audio DATONG, il “Super-Accordatore” il ROSmetro HF, l’X-Phase ed ultimo, in basso a destra, il Preselettore 48/80.

Qui l’articolo potrebbe considerarsi terminato anche se, certamente, qualche dubbio può esservi rimasto: tanto per citarne uno, quel doppio switch di by-pass sull’Accordatore a “T”.

La risposta potrebbe essere banale, lo dice la parola stessa: by-passare ….

Troppo facile, c’è ben altro e che rende tale switch molto utile per non dire indispensabile in certi casi.

Ma qui si entrerebbe in discorsi ben più ampi, come la presenza di RF nel nostro shack, rientri sull’ingresso microfonico ecc.

Se questo interessa potrebbe essere discusso altrove, magari in una “webinar” da programmare, ma quanti sono davvero gli autocostruttori interessati?

Ne sono davvero restate ancora di queste “bestie” rare ?

Ciao Roberto,
rispolvero questo vecchio articolo perché lo sto rileggendo bene solo ora.

C’è molto di interessante e molte curiosità, dal funzionamento del “tubo” verticale come accoppiatore direzionale, al bypass nell’accordatore a T.

Sarebbe bello avviare una discussione in merito…

Simone,
mi fa piacere notare il tuo interesse, anche se temo interessi a ben pochi visto che oggi si preferisce acquistare piuttosto che costruire.
Quel tubo lungo poco meno di 10 cm ha inserito al suo interno uno spezzone di cavo RG8 (o RG213) che è stato precedentemente forato (2) nel suo dielettrico fra conduttore centrale e calza in modo da alloggiarvi i due conduttori di captazione.
Nelle mie precedenti esperienze sui tanti ROSmetri costruiti, l’inserimento dei due conduttori immediatamente sotto la calza riduceva nettamente la RF captata.
Le resistenze di terminazione non necessitano di un valore ohmico particolare, anche se è opportuno tenerle basse, 50 -100 ohm vanno benissimo. Trattandosi di HF, comunissimi diodi vanno bene, meglio se al germanio sempre che se ne trovino ancora, oppure diodi PIN che hanno una tensione di soglia inferiore.
Aggiungo che questo tipo di realizzazione NON è adatta alle HF QRP perché non offre sensibilità sufficiente. La adottai considerando che la versione UHF (foto ad inizio) che richiedeva una linea di una lunghezza ridottissima aveva dato buoni risultati come precisione…